LO SPORT, IL TRAUMA E LA RESILIENZA
Dott.ssa Benedetta Bonato
IL PRINCIPE E IL DIAMANTE
Un principe possedeva un magnifico diamante, di cui era molto orgoglioso.
Un giorno, accidentalmente, la pietra preziosa rimase totalmente strisciata. Questo fatto rattristò il principe che decise di mettere tutto il suo impegno perché il diamante tornasse ad essere quello che era stato.
Pertanto convocò i più abili specialisti al fine che il gioiello recuperasse il suo stato originale.
Però, nonostante gli sforzi, non poterono cancellare o coprire lo striscio.
Apparve poi un geniale tagliatore di pietre. Con arte e pazienza tagliò nel diamante una magnifica rosa e fu tanto abile da realizzare della strisciatura il taglio stesso della rosa… di tal maniera che la pietra preziosa apparve, in seguito, molto più bella di prima.
Ecco da dove vogliamo partire questa volta.
Dagli eventi della vita che ci sfuggono, ci sorprendono, ci cambiano le prospettive e alle volte ci bloccano.
Un esempio su tutti sono i TRAUMI in cui possiamo incappare nel corso della nostra vita.
I TRAUMI sono codificati dai nostri manuali terapeutici con vari nomi.
Qui a noi può bastare suddividerli in traumi con la “T” MAIUSCOLA o con la “t” MINUSCOLA per capire quali eventi possono considerarsi impedimenti gravi o meno.
Fermo restando che annoveriamo tra i traumi anche quelli sportivi, bisogna poi distinguerli anche sulla base della vita della persona stessa, sul significato che ha QUEL trauma per lui o lei.
In generale i traumi sportivi si possono considerare con la “t” minuscola, ma pensate a chi vive di sport, a dei campioni che si stanno formando o già lo sono che investono tempo, energie e risorse nello sport come scelta di vita. Sicuramente la pensano diversamente!
Pensiamo al ragazzino che gioca a calcio anche per stare con gli amici, alla ragazzina-donna che va in palestra per tenersi in forma, a chi sta costruendo anche un futuro sullo sport e anche a chi, semplicemente, viene bloccato nella preparazione di una maratona amatoriale o altro…
Ogni trauma è a sé – questo vale soprattutto nella psicologia d’emergenza- e , quindi, anche in ambito sportivo. Ogni persona deve essere ascoltata e capita anche in sede riabilitativa per riuscire ad accompagnarla nel percorso di recupero al meglio.
In alcuni casi ci possono essere anche dei contraccolpi psicologici, oltre a quelli fisici e questi vanno presi in altrettanta considerazione. Si può arrivare, nei casi più intensi, anche a parlare di PTSD ( Disturbo Post Traumatico da Stress).
Personalmente ho seguito degli sportivi che hanno avuto traumi di gioco o incidenti che li hanno allontanati anche dallo sport per i quali la forma di elaborazione del trauma è passata anche per un intervento psicologico di supporto e di elaborazione più intensa.
Alcuni hanno manifestato sintomi propri del PTSD quali insonnia, agitazione, incubi, pensieri intrusivi e flashback relativi al momento del trauma.
Altri meno, ma si sentivano meno sicuri all’idea di tornare in campo o di prepararsi al meglio per una nuova gara.
Cosa serve fare se si sente che quel trauma- non solo sportivo!!!!- coinvolge aspetti di vita maggiori e affatica il ritorno normale alle attività quotidiane?
La frase chiave è RIATTIVARE LA RESILIENZA!
La Resilienza è, in parole semplici, la capacità delle persone di fare fronte agli eventi avversi della vita e riprendere le attività anche con dei cambiamenti, senza farsi destabilizzare troppo.
Siamo tutte persone RESILIENTI ma chi più e chi meno per tratti di personalità e per come siamo stati abituati a risolvere i piccoli “traumi” o abbiamo appreso ad affrontare le difficoltà.
Ecco dove possiamo aiutarci! La resilienza va riattivata, le risorse vanno riattivate.
Può bastare un percorso di sostegno ma , talvolta, si possono usare tecniche più specifiche.
Una su tutte che in questi anni si è molto diffusa è l’EMDR (Eye Movement Desesitization and Reprocessing) che prevede alcune sedute con un trainer esperto nella tecnica per riaffrontare il trauma ed elaboralo anche più rapidamente.
In breve si tratta di sedute con un elaborazione ad ampio spettro del trauma ( cognitiva, emozionale e fisica) accompaganata da movimenti oculari stimolati dal terapeuta che aiutano a riconnettere le parti predisposte all’elaborazione nel cervello che, dopo un trauma, risultano più disconnesse o affaticate dalla tensione, dall’ansia… questo molto in breve!!!
Per ogni informazione potete curiosare sul sito www.emdritalia.it o contattare anche me su info@rbremedia.it
Per tutti gli altri traumi, colpi della strega o altro……RB!..